venerdì 15 aprile 2016

15-O4-16

A volte ci sentiamo dei geni, che abbiamo dentro una qualche idea stravagante e straordinaria che aspetta solo di uscire per renderci diversi e speciali. Magari questi momenti in cui ci accorgiamo di una presenza artistica latitante vengono scatenati da eventi casuali e insignificanti, l'immagine di qualcosa, le parole di qualcuno, un ricordo, un attimo di illusa invincibilità. E fin qui tutto bene, giusto? Cambiamo il mondo e diventiamo famosi, nell'ordine che preferite.
La seconda fase è composta dalla rassegnazione che aver sfiorato le muse in realtà è stato solo un ictus mentale, una scarica di corrente che ci ha riscosso ed animato per un secondo ma poi lasciati come un fuggitivo colpito dal teaser di un poliziotto. 
In più occasioni mi sono messa davanti ad un computer o ad un foglio bianco e ehi cervello ci sei ancora? poco fa mi avevi promesso un lampo di creatività. 
Forse - sicuramente - non funziona così, e mi sfugge qualcosa, un passaggio chiave, come per esempio introspezione e organizzazione dei pensieri insufficiente. 
Una volta ho letto una riflessione Freudiana sul fatto che i sogni sono difficili da ricordare perchè, creati durante uno stato mentale diverso dal solito, non sono poi compatibili con la psiche vigile e il salto da un piano all'altro comporta delle corruzioni. Inizio a chiedermi se non sia così anche per quello di cui stavo parlando, se le idee non siano destinate a far brillare la loro essenza solo nella nostra mente.